N°15
INTERLUDIO
ATTENZIONE: Gli eventi di questo episodio sono immediatamente
successivi a Capitan America# 50 MiT.
Washington DC.
Fino a pochi giorni fa, qui sorgeva il palazzo del FBSA, la polizia federale che si occupa dei reati commessi da e contro superumani. Oggi al suo posto c’erano solo macerie. Un pazzo, ancora sconosciuto, aveva fatto detonare al suo interno un ordigno esplosivo che aveva raso al suolo l’edificio. Come se non bastasse, tra le numerose vittime dello scoppio ce n’era una molto particolare, un personaggio la cui scomparsa aveva segnato il cuore degli americani: si perché sembrava che il nuovo Capitan America, un giovane che da un paio d’anni aveva sostituito il leggendario Super Soldato della II Guerra Mondiale, fosse rimasto coinvolto nell’esplosione.
La vita di Occhio di Falco era stata segnata dalla figura a stelle e strisce. Il primo, l’originale, era stato per lui un mentore e un modello d’ispirazione, e per questo motivo aveva cercato di essere per il suo sostituto una sorta di “fratello maggiore”. In qualche modo, Clint si sentiva responsabile per lui e non esserci stato nel momento del bisogno lo faceva stare da cani. Il nastro giallo della polizia circondava l’area. Falco, accompagnato dall’agente Angela Del Toro della sezione di New York del FBSA, aveva superato il perimetro e si aggiravatra i detriti. Si respirava ancora molta polvere, nell’aria.
<Mio Dio... > furono le prime parole che la giovane donna disse. L’arciere mascherato era ugualmente scosso, ma non aprì bocca: purtroppo non era la prima volta che assisteva ad uno scenario apocalittico simile. Non che ci si abituasse a spettacoli del genere, ovvio. Con la sua vista acutissima sperava di notare qualcosa, qualsiasi cosa, che ai soccorritori poteva essere sfuggito. Speranza vana, ovviamente. Ma doveva provarci.
<Falco ... Clint. Mi dispiace per il tuo amico, quel nuovo Cap.Anche se io non l’ho mai conosciuto, la stampa ne parlava bene, sembrava un tipo in gamba ...>
<Lo era. Junior era il migliore. > disse lui con una nota di tristezza nella voce<Che ne è stato del suo scudo? L’esplosione non può averlo distrutto.>
<Non ne abbiamo idea. Crediamo che qualcuno lo abbia portato via.>
La cosa fece riflettere Occhio di Falco, che si limitò ad un laconico “capisco”. Poi rimase qualche minuto in silenzio, continuando a guardarsi intorno finchénon le chiese:
<La lista dei dispersi?>
La Del Toro gliel’allungo, e lui si mise a divorarla con gli occhi in cerca di un nome particolare, e circa a metà lo trovò. Eccolo lì, chiaro come la luce del sole: Jeffrey William Steven Mace, 24 anni, giornalista. Un nome che non suscitava nessun clamore particolare, non era un politico o che, ma Clint sapeva essere quello dell’alter ego del giovane Capitano. Disperso. Non s’era trovato il cadavere. In un mestiere come il loro, quello significava “speranza”. Ma se Jeff era vivo, dove s’era cacciato?
Rimaneva soltanto una cosa da fare: andare da Liz Mace, la sorella maggiore del ragazzo, e chiedergli delle informazioni.
Il giorno dopo, a bordo della sua moto, Clint Barton arrivò davanti alla casa dove viveva l’ufficialeElizabeth Mace. Dalla sua reazione, pensò,capirò e se sa qualcosa sulla scomparsa di Junior. Quando muore un supereroe, e non si trova il cadavere, spesso significa che questi in realtà non è deceduto... a volte, anche quando c’è il corpo. Se vi fosse una speranza, una sola, che Jeff fosse vivo, doveva scoprirla.
Suonò alla porta.
<Si? Chi è lei?> chiese la ragazza. Il suo volto era quello di una persona che aveva smesso da poco di piangere.
<Uh, io sono Clint. Sono ... ero ... un amico di tuo fratello.>
Si accomodarono nell’appartamento, la ragazza mise su il caffè e tornò in soggiorno offrendo una tazza al suo biondo ospite.
<Sai, hai un’aria familiare ... dov’è che hai conosciuto Jeff?> chiese Liz.Falco arrivò subito al punto:
<Alla base dei Vendicatori, dove tra l’altro ci siamo visti per la prima volta anche io e te ... American Dream. Noi due già ci conosciamo, solitamente però vado in giro vestito in un altro modo e porto con me arco e frecce ...>
La ragazza sbiancò, stupefatta.
<Occhio di Falco?>
<In persona. Senti, non giriamoci troppo attornoe andiamo al sodo: so chi era tuo fratello e voglio sapere se è vivo.>
<Tu ... come – come ti permetti? Mio fratello è morto! Io ero li! Come puoi anche solo pensare che sia una messinscena? Tu non sai cosa si prova quando ti muore un fratello!> gridò rabbiosa.
<Un fratello, i genitori, una moglie, un mentore ... tesoro, io ne so più di tutti di funerali, ma conosco altrettanto bene come vanno le cose in questo mestiere. Non c’è il cadavere e non c’è nemmeno lo scudo ... andiamo, non dirmi che non c’è qualcosa dietro ...>
Lei egli tirò uno schiaffo, visibilmente irritata dalla sua allusione.
<Lo scudo, il costume ... dannazione, ma solo a questo sapete pensare voi?> disse rabbiosa.
<Senti Elizabeth ...>
<No, senti tu! Jeff è morto, capito? MORTO! Se proprio lo vuoi sapere, si, lo scudo ce l’ho io! Onorerò la memoria di Jeff e continuerò il suo lavoro! E ora fuori, vattene via!> gli disse spintonandolo e cacciandolo fuori dall’appartamento.
<O è una grande attrice o è all’oscuro di tutto. Oppure, non c’è alcuna messinscena in atto e Jeff è davvero...> non volle neppure terminare la frase. Non ci credeva. Ma la reazione di Liz aveva infranto le sue speranze. Doveva accettarlo. Capitan America era morto. Di Nuovo.
Villa Bishop.
<Kate, c’è una visita per te!> gridò Susan Bishop dal soggiorno. La ragazza era sdraiata sul suo letto a leggere un libro. Non si aspettava visite. Chi poteva essere? Si mise le pantofole e scese nel soggiorno. Ad attenderla c’era il suo amico Elijah Bradley. Il ragazzo si guardava attorno, stupito dall’enorme ricchezza della famiglia Bishop:lui era cresciuto nel Bronx in una famiglia dalle condizioni economiche decisamente modeste, agli antipodi con l’ambiente in cui si trovava attualmente.
<Eli... che sorpresa!Dai, vieni in camera mia ...>mentre il giovane afroamericano saliva le scale, Kate notò come il suo umore non era dei migliori.
<Come mai sei passato e non mi hai telefonato prima?>
<Non è una questione che riguarda i Giovani Vendicatori, Kate. Avevo bisogno di parlare con te in privato.>
<Di che si tratta?>
<Beh non ai sentito il TG? Capitan America è morto a Washington!>
<Si che l’ho sentito... una cosa terribile. Ma io che c’entro?>
<Ho bisogno che tu mi metta in contatto con Occhio di Falco, al più presto!>
<Falco? E perché mai?>
<Il corpo di Cap non è mai stato trovato! Loro sono entrambi Vendicatori, e sono amici... deve sapere qualcosa, ne sono certo!>
<Non sarà un problema, mi basta fare una telefonata, ma ... >
<Niente “ma” Kate, ti prego! E’ importante per me!>
Kate Bishop tornò con la mente a diversi mesi prima, quand’era stato il suo mentore ad essere creduto morto [nel # 10]; comprendeva perfettamente lo stato d’animo del suo amico... e poi, chissà, se la morte di Falco s’era rivelata fasulla, forse anche quella del Capitano lo era.
<D’accordo. Domani sera, a mezzanotte, a Coney Island. Ti accompagnerò.>
<Grazie.> si limitò a dire il ragazzo.
La sera dopo mantennero l’impegno preso. Entrambi ovviamente in costume. Black Arrow indossava la sua nuova uniforme , compostada una tuta completamente nera, fatta eccezione per una larga banda bianca al centro che saliva dalle caviglie e arrivava finoai seni, e la celebre maschera “a farfalla” un tempo appartenente alla scomparsa eroina Mimo, dono del suo mentore. Patriot invece il costume bianco rosso e blu ispirato all’uniforme di Bucky ma con in più il passamontagna blu con mascherina domino rossa a coprirgli il viso.
La vista di una versione “baby” di Capitan America e Occhio di Falco che collaborano insieme scaldava il cuore di Clint Barton, ma ovviamente teneva quel pensiero per se e fosse dannato se ne avesse dato dimostrazione.
<Allora, che c’era di tanto urgente?> disse con il suo solito modo rude di porsi.
<Ti devo parlare> disse Patriot, ugualmente diretto.
<Di cosa?>
<Non lo immagini da solo? Hai sentito di Washington vero? Voglio sapere quanto ne sai!>
<Frena ragazzo. Ne so quanto te, ho saputo la cosa dai giornali ...>
<Stronzate, non me la bevo! Con lui c’era anche USAgent... ammettilo, è una cosa da Vendicatori, vero? Come quella messa in scena che hai fatto tu l’anno scorso... Cap è vivo, ed è nascosto da qualche parte!>
Si dice che la prima fase di un lutto è la negazione. Eli era nel pienodi quella fase. Clint sapeva quello che stava passando. Avrebbe voluto dirgli qualcosa di più rassicurante, ma non poteva. Invece gli disse:
<Mi dispiace Patriot, ma non è così. Noi non ne sappiamo niente, non è una nostra trovata. Ho letto il rapporto di USAgent, sono stato sul posto ... tutto vero. Non era una finzione. Mi dispiace.>
Sotto la maschera Eli digrignava i denti per la rabbia. Black Arrow taceva. Non aveva conosciuto Capitan America, non sapeva cosa dire. Fu lo stesso Patriot a rompere il silenzio.
<Chi è stato? Chi ha piazzato lì quel maledetto ordigno?>
<Non lo so. Non abbiamo tracce.>
<Ma state indagando, maledizione? State facendo qualcosa?> gridò rabbiosamente.
<Sta calmo, ragazzo. Capisco la tua rabbia... era anche un mio amico, dannazione. Ti ho detto che non abbiamo indizi, non che ce ne staremo con le mani in mano. Inoltre, non hanno trovato il suo corpo, e voglio sperare che il ragazzo in qualche modo che l’abbia fatta ma... è solo una speranza. E’ tutto quello che abbiamo.>
<Il suo scudo ... che ne è stato del suo scudo?> domandò ancora Eli.
<Ce l’ho io!> disse una voce alle loro spalle.
<Tu? Che ci fai qui?> esclamò Falco.
Liz Mace fece il suo ingresso. Si avvicinò al trio di eroi mascherati, e ci volle un po’ a loro per notare che quello che indossava non era il solito costume da American Dream, ma era leggermente diverso. Uguale in tutto e per tutto al costume del Capitano, solo in versione femminile.
<E perché mai ce l’avresti tu? E quel costume cosa sta a significare?> le disse Patriot.
<Quello che sembra. Ora sono io Capitan America.>
<TU?> disse incredulo il ragazzo.
<Un Capitan America... donna? La trovo una cosa eccezionale!> esclamò Kate con malcelato entusiasmo <E’ ora che questo paese inizi a rivalutare la proprio concezione fallocentrica e che ...>
<Non metterti a fare un comizio adesso, Black Arrow> la riprese Occhio di Falco <Non mi hai detto ancora che cosa ci fai qui.> aggiunse poi in direzione della bionda ragazza.
<Sono qui per le stesse ragioni del ragazzo, mi par di capire. Volevo sapere da te come si stanno muovendo i Vendicatori e a che punto siete con le indagini.>
<Direi che tu ne sai più di noi. Eri presente al momento dell’esplosione, no? Che cosa hai visto?>
<Ehi ehi ehi ... un momento!> riprese Patriot <Ancora non ho capito perché tu hai preso lo scudo e chi ti da il diritto di portare quel nome!>
<Lo stesso diritto che hai tu, Eli Bradley ... si, so chi sei. Miofratello mi ha parlato di te e della tua origine. So di tuo nonno e di quello che ha passato. Avresti ogni diritto di ambire a questa carica, ma potrai farlo solo quando sarò io non ci sarò più. Adesso è il mio momento, e ne ho più diritto di te. E’ tutta la vita che mi alleno per questo.>
Aveva detto la parola “fratello”. Eli non sapeva chi c’era sotto la maschera di Cap ma se questa donna era veramente sua sorella, aveva ragione: ora titolo e scudo appartenevano a lei.
<Torniamo a noi ... so che non ti farà piacere parlarne ma ... che cosa hai visto di preciso, quel giorno?> domandò ancora Occhio di Falco.
<Purtroppo non ho molto da dire. Io Cap USAgent e il Maggior Libertà avevamo eravamo stati contattati alla sede del FBSA per saperne di più sul rapimento di due eroi anch’essi dai costumi patriottici, Spirito Libero e Jack Flag, ma il direttore Sitwell giura che nessuno aveva convocato nessuno di noi. Pochi minuti dopo alla sala autopsie sono arrivati i cadaveri dei due ragazzi.>
<Tempismo perfetto ...> disse sarcasticamente Falco.
<Infatti. Inoltre, i loro corpi tra l’altro erano stati abilmente sfigurati. Da quel che sembra appena il dottore ha iniziato ad inciderli, la bomba è esplosa. Io ero al piamo terra vicina all’uscita principale. L’onda d’urto mi ha scaraventato fuori dall’edificio. Ho visto USAgent uscire da quell’inferno portando con se il Vice Direttore Gyrich, che era ferito. Cap era rimasto dentro, a causa di una ferita alla gamba. Stavamo per tornare dentro a prenderlo quando le fiamme hanno raggiunto le conduttore del gas e il palazzo ...> “è saltato per aria” erano le parole che cercava, ma non riuscì a terminare la frase.
Nessuno aprì bocca. Comprendevano il suo stato d’animo. Ancora una volta fu il giovane Patriot a parlare per primo.
<Chi ... chi diavolo può aver fatto una cosa del genere? Chi può odiare così tanto gli eroi a stelle e strisce?>
<La lista è più lunga del mio braccio, ragazzo. Ma da quel che ci ha appena detto lei ...>
<Si? Va avanti ...> gli disse Black Arrow.
<E’ solo un idea, non significa nulla.>
<No dai, stavi dicendo una cosa. Finisci la frase!>
<Si la ragazzina ha ragione. Vuota il sacco!> aggiunse la nuova Cap.
<Beh come dicevo non significa nulla, ma ... chi ha i mezzi per colpire all’interno di un palazzo federale? E come diceva Eli, chi è che odia più di ogni altro la figura di Capitan America, tanto da cercare di uccidere in un colpo tanti personaggi a lui ispirati?>
Nessuno osò proferire il suo nome, ma tutti intuirono dove Falco voleva andare a parere.
<Esatto. Il Teschio Rosso. L’Ha giurata a Cap e a tutta l’America da anni. Il suo profilo combacia perfettamente con quello di chi è tanto pazzo da far saltare per aria un edificio nel pieno centro di Washington.>
<E allora scoviamo dov’è quel bastardo e andiamo a prenderlo a calci in culo!> gridò l’esuberante Patriot.
<Ehi bello, frena un momento! Pensi che sia così facile? Prima di tutto, non abbiamo idea di dove si nasconda ... e in secondo luogo, non è certo il genere di avversario da far affrontare a dei mocciosi come voi!>
<Oh ancora con questa storia ...> disse Black Arrow, stizzitadalla predica.
<Voi ragazzini non avete idea della pericolosità di quel pazzo! Persino Hitler aveva paura di lui!>
<Non ci siamo messi questi costumi per farci
spaventare dai criminali, Falco!> riprese Kate <Tutti i pazzi criminali
sono spaventosi e pericolosi, lo sappiamo! Ma è nostro dovere affrontarli e
mandare a monte i loro piani!>
<Precisamente! E se non vendico la morte di Cap
non sono degno di indossare questo costume e di usare questo nome!> aggiunse
Patriot<Andiamo amico, ci siamo dentro anche noi!
Voi Vendicatori dovrete avere in archivio qualcosa che possa condurci a lui,
no?>
<Occhio di Falco, se davvero il Teschio Rosso ha qualche responsabilità con quanto è accaduto, è mio compito catturarlo ... ed è anche una questione personale. Dunque, se davvero avete una pista da seguire, voglio che mi coinvolgi nelle indagini!>intervenne la nuova Capitan America
<Anche a me!> aggiunse Patriot.
<E non dimenticatevi di me. Non ho certo intenzione di starmene in panchina!> disse Kate.
Impetuosità, spavalderia e nessun rispetto per i più anziani. Occhio di Falco aveva vissuto questa scena centinaia di volte, quando lui era il “pivello” e l’originale Cap il “vecchio ronzino”, solo che stavolta stava dall’altra parte.
<Dio, quanta pazienza che ci vuole> pensò <Pensano di avere tutte le risposte, quando invece hanno un sacco di strada da fare ... anch’io ero tanto idiota?Macome faceva Capa sopportarmi?>poi disse:
<D’accordo, come volete ...metterò mani all’archivio dei Vendicatori per vedere cos’abbiamo. Domani sera a quest’ora ci incontreremo nuovamente qui e condividerò con voi le informazioni, cercando di ricavarci qualcosa ... ma intendiamoci, la missione la guiderò io, su questo non discuto, o si fa così o niente! Intesi?>
Tutti e tre annuirono. Il patto era stato stipulato.
***
La sera dopo, a
Nord di New York.
<Ok stando alle carte che ci ha fornito Falco, questa è la fantomatica “Casa del Teschio”.> disse Kate.
<Sei sicura? Sembra una specie di chiesa ... o di monastero.> osservò Eli.
<Lo era. Era una casa di clausura. Poi fu abbandonato e acquistato da un certo “John Smith” ... un alias utilizzato dal Teschio. >
<Beh per essere inquietante è inquietante, ma pare disabitata. Cosa dovremmo trovarci, secondo il tuo mentore? Dubito fortemente che il Teschio sia qui dentro.>
<Quello lo so anch’io ... non è lui che speriamo di trovare. Ma sempre secondo il fascicolo, è stato il suo quartier generale per anni ... potrebbe esserci un indizio su dove si nasconde attualmente. Inoltre, Occhio di Falco dice di fare attenzione perché l’edificio è vecchio ma è pieno di sofisticate trappole.>
<Allora avanzerò io per primo, tu sta dietro di me e al mio scudo con l’arco teso, d’accordo?>
<Si. Andiamo!>
Indossarono le rispettive maschere, scesero dalla macchina e dopo aver agilmente scavalcato la recinzione esterna si addentrarono all’interno della casa. La porta si aprì emettendo un sinistro cigolio, proprio come in quei vecchi film dell’orrore. Dentro era buio come la pece. Patriot accese una torcia.
Salirono lungo la scala, entrambi con i muscoli e i nervi tesi. Si aspettavano da un momento all’altro un qualche attacco... una mannaia calare dal soffitto, un getto di fuoco dalle pareti ... ma non accadde niente del genere, raggiunsero il primo piano indisturbati.
< Dici che è il caso di dividerci o di procedere insieme?> chiese il giovane scudiero.
< Divisi copriremo più terreno. Io vado da questa parte, tu prendi il corridoio di sinistra. Se trovi qualcosa che assomigli ad un teschio rosso, urla.>
<D’accordo. Fa attenzione, mi raccomando.>
La ragazza gli fece segno con la testa e andò per la sua strada. Il suo arco era sempre teso, pronto a scoccare la freccia. Si muoveva di soppiatto, lentamente e senza fare il minimo rumore.
Poi all’improvviso, qualcosa di mosse, dietro di lei: Black Arrow si girò di scatto e lasciò andare la corda, scagliando la freccia in direzione del rumore che aveva sentito. Un gatto randagio emise un verso di paura, mentre con un balzo evitava il dardo, che si conficcò nel pavimento consumato. Kate emise un sospiro di sollievo.
< - FIIIUUUU! – E’ solo un gatto ...> disse passandosi la mano sulla fronte sudata <Scusa micino. Per poco non ti facevo allo spiedo.> disse recuperando la sua freccia. Il felino per risposta gli soffiò contro, mostrano le zanne.
Dall’altra parte dell’edificio , a Patriot le cose non andavano meglio. Scrutava con lo sguardo in cerca di qualche svastica, di un quadro di Hitler o di un qualsiasi altro emblema nazista ma non vi era niente che ricordasse il terzo Reich. Aprì la porta di una stanza, spinto dall’impazienza e dalla curiosità, sempre con lo scudo alto, pronto a proteggersi con esso. Era entrato in quella che doveva essere la stanza di una monaca, un tempo. Un grosso crocefisso era appeso al muro. Sembrava non ci fosse nulla di anomalo, quando un istante dopo notò che c’era qualcuno sdraiatonel letto.
<FERMO Lì!> gridò, lasciando cadere la torcia e impugnando i suoi shuriken a forma di stella. A sentirlo gridare Black Arrow corse nella sua direzione.
<AAAAAAAH NO-NON FARMI DEL MALE!> gli rispose la voce.
<CHI SEI?> disse nuovamente Eli, indurendo la voce.
<Mi c-chiamo A-Andy ... non sto facendo nulla di male ...>
<TIENI LE MANI IN ALTO!>
Kate arrivò in quel momento, pronta a scagliare una freccia con lightstick per illuminare quella stanza buia: la luce blu inondò la stanza, mostrando il volto del loro interlocutore. Era un senzatetto, con una lunga barba grigia.
<VI PREGO, NON HO FATTO NIENTE ...> disse l’uomo con voce spaventata.
<Non fidarti, è un trucco.> disse lei.
<Non ci casco, amico! Vogliamo sapere dov’è il Teschio!>
<Il ... teschio? M-Ma quale teschio? Qui ci sono s-solo io ...>
<NON FARE LA COMMEDIA CON ME! VOGLIO IL TESCHIO ROSSO! DIMMI DOVE SI NASCONDE!>
<Oh Gesù ma cosa volete da me?> disse il barbone, cominciando a piangere <V-Vengo a dormire qui da anni, e non so di nessun teschio .... vi prego, andatevene via ....>
Entrambi i giovani supereroi abbassarono le armi e si guardarono in faccia. L’uomo sembrava sincero. Nulla in quella casa coincideva con le loro informazioni. Kate prese dalla tasca una mazzetta di banconote e le diede al senzatetto.
<Scusa amico, s’è trattato di uno sbaglio. Ci dispiace.> e così dicendo prese l’uscio insieme al suo amico.
<Ma che cacchio significa? Cosa sta succedendo?> disse Eli, innervosito.
<Significa che quello stronzo ci ha dato una falsa pista ....> gli rispose la ragazza, strappando il dossier consegnatogli da Occhio di Falco e digrignando i denti per la rabbia.
***
<Ma tu credevi veramente che avrei mandato due adolescenti a dare la caccia al Teschio Rosso? Dì un po’, ma per chi mi hai preso?> disse Occhio di Falco sogghignando, mentre era alla guida della sua auto sportiva.
<Ma allora ....>
<Si, sono in un vicolo cieco. La casa del Teschio Rosso... sì, come no. Li ho mandati ad esplorare un monastero abbandonato che era in attesa di demolizione. Era l’edificio che più si avvicinava alla foto che gli ho dato...>
<Foto che di certo hai prontamente ritoccato al computer, scommetto. Ingegnoso. La tua piccola amica ti strapperà la pelle appena lo scoprirà. Mi pareva una che non te le manda certo a dire.> gli rispose la nuova Capitan America.
<Si e anche il ragazzo vorrà un pezzo di me. Aw, così avranno capito chi è che comanda: quando dico “no” è “no”. Quei ragazzini devono imparare un po’ di disciplina.>
<Ora che farai, ti sbarazzerai anche di me per continuare le indagini per conto tuo?>
<No ... Junior era tuo fratello, hai diritto di scoprire chi l’ha ammazzato. Ti sto portando dall’unico membro della ciurma del Teschio Rosso di cui conosco la posizione.>
Guardando l’oceano che si presentava davanti a loro, Liz Mace capì dov’è che la stava portando.
<Ryker’s. E chi è andiamo a trovare?>
<Nientemeno che Crossbones, il braccio destro di quel pazzo. Ho un amica nei federali che mi ha fatto concedere un permesso speciale per poterlo interrogare.>
<Abbiamo santi in paradiso.... la communicard dei Vendicatori apre tutte le porte, vedo...>
<Oh non credere. I cavilli burocratici sono tentacoli spinosi pure per noi. Ma dopo che ho salvato i figli delle famiglie più ricche della città, i federali mi vedono di buon occhio, ultimamente. Ne approfitto finche mi dice bene, perché so che non durerà molto....>
L’Agente Del Toro li aspettava sul punto d’imbarco del traghetto che li avrebbe portati al penitenziario.
<Salve Capitano. Falco mi ha detto che sarebbe venuta anche lei... certo che è strano per me vederla .... con quell’uniforme. Ma sono onorata di fare la sua conoscenza.>
<La ringrazio. Sa, è la prima che si rivolge a me come Capitano ...>
<Immagino. Quando pensiamo a “Capitan America” immaginiamo immediatamente l’originale, il Super Soldato tutto muscoli... ma se vuole sapere come la penso io, è importante per il paese che oggi sia una donna ad indossarne l’uniforme. E’ un segnale forte, chiaro. Chi lo sa, forse tra qualche anno avremo anche un presidente donna.>
<Sarebbe ora ...> disse il Capitano.
Occhio di Falco fece una smorfia di malcontento<Si, ci manca solo questo ....>
<Hai detto qualcosa, tu?> chiese la Del Toro.
<Nulla nulla.... imbarchiamoci. Non abbiamo tempo da perdere ....>
Il traghetto li portò fino alla prigione, che a quell’ora della sera era ancora più inquietante. Ad Occhio di Falco le mura di Ryker’sriportavano alla mente brutti ricordi, risalenti al periodo di quando vi fu rinchiuso dentro, incastrato dal complotto di Taskmaster [nel num 9].
La Del Toro mostravai documenti che li autorizzavano ad entrare e ad interrogare il prigioniero, ma gli occhi di tutti erano puntati sulla nuova (e formosa) Capitan America. Una donna attraente come Liz era abituata alle “attenzioni” che le riservavano gli uomini, ma c’era qualcosa di diverso. Non era solamente attrazione, c’era uno strano mix di curiosità, stupore e anche un filo di... disprezzo? Si, disprezzo: gli uomini non erano pronti a vedere “una pupa” come rappresentante dello spirito combattivo del paese. Il nuovo Capitano sapeva bene che superare i pregiudizi degli americani sarebbe stata la sua sfida più difficile.
<Non farci caso. Concentrati sulla missione.> le disse Occhio di Falco. Liz non lo diede a vedere ma apprezzò il gesto, per quanto inaspettato: per quanto ne sapeva lei, Barton aveva la fama di un macho maschilista, era l’ultima persona da cui si aspettava un minimo di comprensione.
Il direttore diede il suo benestare affinché l’insolito trio andasse ad interrogare il prigioniero. Si trovava nell’ala di massima sicurezza ovviamente.
<Dunque siete convinti che Crossbones possa essere in qualche modo collegato a quello che è successo a Washington?>
<Temo siano informazioni riservate, direttore.> disse l’agente del Toro.
<Mi dica piuttosto> intervenne Occhio di Falco <qualcuno è venuto a trovarlo nei giorni immediatamente precedenti?>
<Oh no. Nessuno viene mai a trovarlo. Neppure gli altri detenuti lo avvicinano, ne hanno troppa paura. Capite, si tratta del braccio destro di quello che forse era il peggior genocida della storia; nessuno vuole avere a che fare con il protetto del Teschio Rosso.>
Ma proprio mentre attraversavano il braccio D, all’improvviso ci fu un blackout.
<Ehi, ma che cacchio è successo?> esclamò Falco.
<Tranquilli. I generatori d’emergenza entreranno in funzione immed....>
Un enorme boato interruppe la frase del direttore. L’intero edificio si mise a vibrare. Qualche secondo dopo scattò all’improvviso l’allarme del penitenziario. La sirena riecheggiava per i corridoi. Per tutti e tre fu chiarissimo cosa stava avvenendo, anche senza l’urlo del direttore a ribadirlo:
<Oh no.... no! E’ in corso una rivolta!>
<Crossbones. Non deve scapparci. E scommetto la mia ultima freccia che non è una coincidenza; qualcuno non vuole che lo interroghiamo... Angela, cerca un riparo per te e il direttore. Io e tu Cap, procederemo dritto. Mi raccomando, fate attenzione....>
<Anche voi ...> rispose l’agente federale, prendendo in custodia l’uomo come gli era stato detto. Falco e il Capitano misero mano alle loro rispettive armi e si diressero verso la loro meta. Recarsi presso l’ala di massima sicurezza di un carcere mentre è in corso una rivolta è come andare incontro al fantomatico “occhio del ciclone”, ma se Clint e Liz non avessero avuto il coraggio di farlo, non avrebbero indossato di certo quei costumi.
<Non ci aspetta un compito facile, lo sai?>
<Non trattarmi con accondiscendenza, Falco. Non sono nuova del mestiere.>
<Ok, signorina: avrai modo di mostrare il tuo valore una volta oltrepassata quella porta...>
Ilbraccio D era come l’inferno sulla terra: le fiamme divampavano dalle celle rendendo l’aria ancora più rovente, e a perdita d’occhio c’erano uomini che si battevano furiosamente, usando qualsiasi tipo di oggetto come arma. I poliziotti cercavano invano di sedare la rivolta, ma erano inferiore di numero e qualche lacrimogeno e dei proiettili di gomma non potevano di certo fermare quella furia.
<Dobbiamo aiutarli. Andiamo!> gridò l’arciere, incoccando le sue frecce e gettandosi nella mischia. La nuova Capitan America non fu da meno e lo seguì in quell’inferno.
Clint colpì con la solita precisione, mettendo fuori combattimento tutti i criminali che incrociava, ma si rese contro che erano troppi e che le frecce non gli sarebbero bastate. Alla vista di una bella bionda come Liz i detenuti si avventarono verso di lei con uno sguardo animalesco, gridando ogni genere di oscenità e di violenze che volevano somministrarle, ma in risposta a queste la giovane donna lasciava rispondere il suo scudo e i suoi colpi. In molti cadevano innanzi al improvvisato dinamico duo, ma i criminali sembravano non finire mai; a poco a poco Falco e la sua alleata si ritrovarono a dover indietreggiare finché non si trovarono con le spalle al muro, circondati da una marea di galeotti, tutti intenzionati ad ucciderli.
I due si guardarono. Entrambi sapevano che sarebbe stata dura uscirne.
<Non fermati.> le disse Falco <Qualsiasi cosa accada, tu non fermarti mai.>
Si misero schiena contro schiena e cominciarono a battersi: Clint afferrò il suo arco con entrambi le mani e iniziò ad adoperarlo come una mazza. Liz ovviamente dimenava il suo scudo.
Quasi avrebbero potuto battersi ad occhi chiusi: colpivano qualsiasi cosa venisse loro incontro, con i calci, con i pugni, con le loro armi. Il tempo sembrava essersi fermato, i nemici non finire mai, ma i due continuavano a combattere, senza mostrare cedimenti. Se questo era il loro ultimo giorno, avrebbero venduto a caro prezzo la loro pelle.
Fortunatamente, non ce ne fu bisogno; ad un certo punto i loro aggressori cessarono di assalirli. Alcuni desisterono, impressionati dalla tenacia con la quale i due supereroi resistevano, mentre molti altri, sapendo che la rivolta non sarebbe durata per sempre, approfittarono della confusione per scappare e cercare un modo per evadere. Falco e Cap si ritrovarono esausti, sfiniti, ma sostanzialmente illesi. Entrambi si guardarono nuovamente, per sincerarsi delle condizioni dell’altro.
<Coraggio andiamo. Dobbiamo ancora trovarlo.> disse Falco, riferendosi all’uomo per cui erano arrivati fin lì, Crossbones.
Proseguirono per il percorso, imbattendosi in qualche altra orda di galeotti, ma stavolta meno numerosi e le frecce di Falco bastarono per metterli fuori combattimento, mentre il Capitano si occupava di quelli più vicini a portata del suo braccio.
<Non possiamo continuare alla cieca, Occhio di Falco. Dobbiamo interrogarne qualcuno.>
<Concordo. Diamoci dentro.>
Nel pestaggio conseguente ci andarono più piano, cercando di lasciarne in sensi qualcuno da interrogare.
<Parla carogna, se non vuoi un altro colpo del mio scudo. Vogliamo Crossbones! Da che parte è andato? PARLA!>gridò Liz, mentre Falco teneva sottotiro il malcapitato con suo arco (e nel contempo si accertava che la donna non esagerasse).
<E’ – Koff! – E’ andato d-da quella parte...> disse indicando le scale alla loro destra.
<La torretta...> disse Falco, avendo capito il piano di Crossbones. Si precipitò verso la scalinata, seguito a ruota dalla sua bionda amica a stelle e strisce. Facevano i gradini a due a due, sperando che non fosse troppo tardi. Aprirono la porta che dava sul tetto sbattendola, venendo accolti dal rumore un elicottero.
<CROSSBONES!!> gridò rabbiosamente Falco, vedendo il criminale correre in direzione del mezzo. Subitol’arciere incoccò una freccia bolas e nonostante il polverone che le pale alzavano, la sua mira fu, come al solito impeccabile; purtroppo Crossbones si aspettava una mossa del genere, e con un rapido balzo evitò di venire immobilizzato.
<Ah- ah. Niente da fare, Occhio di Gallina, ti andrà meglio la prossima volta!>si rivolse a lui il criminale, sbeffeggiandolo.
<Lascia fare a me!> disse Liz arrivando alle sue spalle, prendendo la mira per un lancio del suo scudo.
<No, non farlo! Riparati!> le gridò Occhio di Falco.
Infatti, la sua eccezionale vista aveva visto un uomo a bordo dell’elicottero impugnare un fucile mitragliatore e aprire il fuoco verso di loro: Clint si gettò a terra, mente Liz rimase sulla traiettoria ma per sua fortuna aveva seguito il consiglio e le pallottole andarono ad infrangersi contro il suo indistruttibile scudo.
Era però un fuoco di copertura, allo scopo di permettere al mezzo di allontanarsi. Falco cercò di colpirlo con una delle sue frecce, ma per quanto il tiro fosse preciso il suo bersaglio era ormai fuori portata.
<Dovevo tentare lo stesso.> disse. Poi si voltò verso il Capitano.
<Devi essere meno avventata, ragazza. L’eccesso di foga in battaglia può esserti fatale!> disse Clint.
<Non dirmi cosa devo fare! Ce l’hai con me solo perché sono una donna, non è vero?>
E ancora una volta, come la sera precedente, Clint non poté fare a meno di pensare a quante volte lui e Capitan America avevano avuto una discussione del genere ... solo che stavolta, non era lui la testa calda.
<Mio Dio, sto parlando come lui... adesso sono io il “vecchio ronzino”. E’ una specie di incubo. Dio che scherzi crudeli sa fare il fato...> pensò Falco, ridendo di se e della sua stupidità del passato. Poi riprese:
<Ascolta, il tuo sesso qui non centra nulla...ho conosciuto donne talmente toste da valere più di qualsiasi uomo. Credimi, ne ho sposato una. Ma la tua foga di dover costantemente dimostrare il tuo valore può giocarti qualche brutto tiro. Non ho alcun pregiudizio nei tuoi confronti... Cap.> le disse. Liz si ammorbidì.
<Uh ok allora. Beh diamoci una mossa. Abbiamo dei poliziotti da soccorre, e anche quella tua amica del FBSA.>
<Giusto. Andiamo.>
E mentre correvano verso le scale, lei gli domandò:
<Ma tra voi c’è qualcosa?>
<Ti interessa fare del gossip in un momento come questo? Dio ma non sapete fare altro, voi donne?>
<Ahem, sta zitto.>
Era ormai l’alba quando la rivolta venne fermata. Angela rimase sul posto a fare rapporto alle autorità, mentre Clint e Liz si defilarono. Una volta a Manhattan, tornarono sui tetti dove si salutarono.
<Sai, te la sei cavata piuttosto bene, tutto sommato.> disse lui.
<Immagino sia il massimo del complimento che avrò da te ... senti, piuttosto... Crossbones ci è sfuggito. Hai in mente qualche altra pista per rintracciare il Teschio?>
<No nulla, mi dispiace.>
La donna celò la nota di dispiacere nel sentire la notizia.
<Ok, non fa niente. Rintraccerò per conto mio gli assassini di mio fratello. E gliela farò pagare cara.>
<Teniamoci in contatto. Voglio essere informato, se hai delle novità al riguardo.>
<D’Accordo.> disse lei, congedandosi.
<No, aspetta! C’è dell’altro...>
<Uh?>
<Si voglio dire ... so quant’è dura portare quelle stelle e strisce. Conoscevo molto bene i tuoi predecessori. Se c’è qualcosa che posso fare per aiutarti, se hai bisogno di un amico, anche solo per chiacchierare ... fai un fischio ok?> disse sorridendole, allungandole un biglietto da visita.
<L’ho preparato per te la volta scorsa ...> aggiunse.
La donna gli si avvicinò e gli disse:
<Falco ... io e mio fratello parlavamo molto, lo sai. E se c’è una cosa su cui è stato chiaro è: sta alla larga a lui. So tutto della tua fama di Don Giovanni.>
<Ma guarda che io ...>
<Lascia perdere, davvero. Non sono quel genere di ragazza, io.> disse correndo verso il bordo del tetto <Sono Capitan America.>fu la sua ultima battuta, saltandovi giù.
Clint rimase ad osservarla.
<Dio tutta diversa dal suo remissivo fratello...> osservò sorridendo.
Le Note
Come dicevo nella
prefazione, questo numero di OdFalco si colloca
cronologicamente dopo il numero 50 di Capitan
America MiT scritto da Carlo Monni
dove, con una mossa a sorpresa, ha apparentemente ucciso Jeff Mace, il Cap attuale,
sostituendolo nel ruolo con la più sicura e meno riservata sorella Liz.
Elizabeth “Liz” Mace è dunque la nuova Capitan America. Sorella di Jeff Mace, il sostituto di Steve Rogers
nel ruolo dello scudiero a stelle e
strisce,ha indossato per un certo periodo un costume simile a quello di Cap diventando l’eroina nota come “American Dream” per dimostrare al mondo (e alla sua famiglia) che
anche una donna può essere abbastanza tosta da poter indossare il costume del
Capitano... cosa che è realmente accaduta nel numero 51 della serie MiT di Cap scritta da Carlo Monni. Sevolete sapere come se la
caverà nel ruolo, seguite la sua serie.
Elijah “Eli”
Bradley è il nipote di Isaiah Bradley, il “Cap Nero” che ha agito segretamente durante la seconda
guerra mondiale. Se avete letto Avengers Icons n. 40 e 41 (e se non l’avete fatto, fatelo!)
sapete come Eli ha cercato di rendere omaggio a suo
nonno indossando il costume di Bucky, e di come Cap – e Battlestar – l’hanno
convinto ad adottare l’alias di Patriot ed utilizzare
al meglio le sue capacità, infatti, proprio come suo nonno, anche Eli ha il siero del supersoldato che gli scorre nelle vene.
Insieme a Kate Bishop e ad altri adolescenti dai superpoteri ha formato un
gruppo chiamato I Giovani Vendicatori che cercano di ripetere le gesta dei loro
idoli. Per gli amanti dei dettagli, in MiT Patriot indossa il suo costume con maschera integrale e non
con la sola mascherina domino sugli occhi in quanto nella nostra continuity suo nonno è un personaggio pubblicamente
riconosciuto, e dunque abbiamo stabilito che questo costume gli garantisce un
maggiore anonimato. E poi, a mio avviso è più “cool” J.
E per stavolta è
tutto. Al prossimo episodio!
Carmelo
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